da Valentina Falcinelli | Apr 5, 2018 | Riflessioni sul tono di voce
Trovare il tono di voce giusto per la propria azienda non è semplice come bere un… una tazza di caffè. Tra i rischi più comuni c’è quello di scegliere un certo tono di voce solo perché “va di moda” comunicare così. In realtà, il tono di voce non può e non deve avere nulla a che fare con i trend del momento; deve invece essere frutto di uno studio e un’analisi profonda dell’identità aziendale. Solo così si può trovare l’identità verbale più in linea col DNA dell’azienda. (altro…)
da Valentina Falcinelli | Feb 28, 2018 | Riflessioni sul tono di voce
Oggi ho inaugurato, sulla mia pagina Facebook, #ToV8, un format di video live di 8 minuti durante i quali parlo di – indovinate un po’? – tone of voice.
Ogni settimana, alle 13 spaccate, manderò in onda una nuova puntata di #ToV8 rispondendo a una delle vostre domande (raccolte nella mia pagina Facebook) sull’identità verbale. Durante la prima puntata ho scelto la domanda di Martine Moretti, che mi chiedeva come riconoscere un manuale del tono di voce da un manuale di stile. (altro…)
da Valentina Falcinelli | Feb 21, 2018 | Riflessioni sul tono di voce
“Sì, certo! Abbiamo lavorato sulla nostra identità verbale. E, sì, un tono di voce ce lo abbiamo”. Questo è ciò che molti imprenditori sostengono quando chiedo loro se hanno un tone of voice per la loro azienda. Smontare questa convinzione, oppure appurare che quanto detto da un cliente sia vero, è semplice. In questo breve e denso articolo passerò in rassegna tre motivi per cui un tono di voce non è un tono di voce. (altro…)
da Valentina Falcinelli | Feb 15, 2018 | Esercizi tono di voce
I testi: che bello scriverli ma che bello, pure, studiarli!
Questo è quello che amo del mio lavoro e questo è quello che, ogni giorno, mi porta a riempire cartelle di parole e a perlustrare web e riviste alla ricerca di idee, ispirazioni, casi studio.
Oggi voglio parlarti dei copy delle schede prodotto di un e-commerce. Nello specifico, dei testi che conferiscono al prodotto, e quindi al brand, una forte personalità.
Un esercizio di creatività
Prima ancora di mostrarti quello che considero un esempio di copywriting creativo e virtuoso, vorrei “regalarti” l’occasione di metterti alla prova. Alla prova con cosa? Con la tua capacità di scrivere un testo creativo, persuasivo, con personalità.
Fa’ così:
- Guarda l’immagine qui sotto.
- Lasciati ispirare.
- Scrivi un testo che possa fungere da descrizione (creativa, persuasiva, con personalità) del prodotto.
- Inserisci anche qualche dettaglio tecnico: 78% Cotone, 20% Nylon, 2% Elastane. Calzino unisex.
- Posta la tua descrizione nei commenti qui sotto; poi torna qui e continua a leggere.

Ci sei? Dai, scrivi nei commenti il tuo copy. Fila!
Testi con personalità da vendere
E ora che hai scritto il tuo testo (perché lo hai fatto, vero?), voglio farti vedere quello che è stato pubblicato all’interno dell’eCommerce di odd pears. I calzini che ti sei trovato a descrivere poco fa, infatti, provengono proprio da qui.

Che ne dici? Ti piace? Avresti – o hai – osato così?
Questo copy a me ricorda molto i testi di Significant Objects, l’esperimento sociale – chiamiamolo così – nato per dimostrare l’importanza delle parole e dello storytelling per la vendita.
Anche in questa scheda prodotto, infatti, c’è una storia, una storia che crea un legame empatico col lettore; poi ci sono un briciolo di ironia (Es: The boring stuff AKA About these socks) e l’immancabile call-to-action, declinata in modo creativo (“Then grab a pear of Pop and prepare to be blown away”).
Credo che testi come questi aggiungano valore alla comunicazione del brand perché:
- umanizzano la voce dell’azienda;
- vanno a creare una personalità riconoscibile;
- tengono il lettore incollato allo schermo;
- fanno leva su una delle più potenti armi di persuasione: la simpatia.
Certo: non tutte le aziende possono – o devono – utilizzare un tono di voce come questo. Tuttavia, i brand che vendono prodotti che non hanno a che fare con salute/sicurezza/finanza* possono provare a osare un po’ di più. Possono provare a scegliere un tono di voce che regali loro una personalità briosa.
Perché, in fondo – com’è che si dice? –, le persone comprano dalle persone, non dalle aziende.
*NB: Seguo clienti dei settori salute/sicurezza/finanza e ti assicuro che, anche in questo caso, si può andare a lavorare su un ToV meno freddo, istituzionale e rigoroso rispetto a quello cui ci hanno abituato grosse aziende.
da Valentina Falcinelli | Feb 15, 2018 | Esempi tono di voce
1. L’azienda è attiva nel mercato dal 2014 e tende al miglioramento continuo.
2. Siamo un’azienda giovane e dinamica.
3. Hai presente le aziende che dicono di essere giovani e dinamiche? Bene, noi non te lo diremo. E non perché non lo siamo, ma perché preferiamo dirti cose più concrete. Per esempio, ti diremo che siamo nati nel 2014, ma che l’età non fa il talento; ti diremo che ci piace crescere, ma non amiamo bruciare le tappe.
4. Mentre le radio passavano Bailando di Enrique Iglesias, noi passavamo in rassegna i servizi da proporti. Non è stato facile farlo senza ballare, ma ci siamo riusciti. Era il 2014. Da allora non ascoltiamo più Iglesias (lo sentimos, Enrique…), ma continuiamo ad ascoltare i nostri clienti.
Questi quattro short copy parlano della stessa azienda, ma lo fanno in modo del tutto diverso.
Il primo è asciutto e distaccato (l’azienda parla di sé in terza persona) e le parole usate sono fredde, del tutto avulse da contesti colloquiali (es. “tende al miglioramento continuo” VS “fa di tutto per migliorare processi e prodotti”).
Il secondo è ancora più asciutto, ma passa per cliché e forme vuote e astratte (es. “Dinamica”).
Il terzo è più lungo e conversazionale. Attacca con una domanda che dà il via a un dialogo col potenziale cliente; è onesto, sincero, concreto.
Il quarto e ultimo, infine, ha un piglio ironico. L’azienda racconta della sua nascita facendo leva su un “evento pop”, porta il lettore all’interno di una micro storia, aggiunge un’incursione ironica (“lo sentimos, Enrique”). Non dice che è giovane, ma dal linguaggio che usa, dalla freschezza del copy e dall’esempio che porta lo si deduce. Seppur con ironia, parla dei suoi valori e li veicola in modo creativo.
Il giusto tono di voce per differenziarsi
Quante aziende si descrivono come realtà “giovani e dinamiche”? Te lo dico io: Circa 139 mila.
Quante offrono “servizi a 360°”? 233 mila.
Quante hanno “prodotti e servizi flessibili”? Siamo sulle 35 mila.
Ma quante aziende parlano usando forme piene e concrete (Crescita che passa dall’ascolto del cliente VS Dinamismo)? Quante raccontano della loro nascita usando un aneddoto (anche se inventato)?
Il tone of voice aiuta le aziende ad avere una personalità, a distinguersi dai concorrenti e ad avvicinarsi sempre di più alle persone. Un tono di voce personale, unico, studiato per l’azienda a partire dai suoi valori è un valore. Perdona il gioco di parole.
Se un testo che recita “siamo un’azienda giovane e dinamica” può essere preso, copiato e appiccicato in ennemila siti, un testo che dice “siamo nati nell’anno in cui in radio passavano Bailando”, no. Un testo così non va bene per tutti. Ed è giusto sia così! Un testo deve andar bene solo per quell’azienda che lo farà suo e che ha una personalità tale da poter parlare di Iglesias senza sentirsi in imbarazzo. Un tono di voce rende l’azienda unica e riconoscibile a tal punto che non sarà più una tra tante: avrà il suo nome e la sua personalità, proprio come fosse un individuo (e non un’entità astratta e lontana anni luce dalle persone con cui comunica).
Lush è Lush. Il suo tono di voce (ne ho parlato qui) io lo riuscirei a riconoscere tra mille. Medium è Medium. Come parla Medium nell’App store in pochi sono capaci di farlo. E Pennamontata? Be’, spero che anche la mia agenzia sia da esempio in tal senso. Da anni – dovrei dire da sempre – sto lavorando sul ToV di Pennamontata e ormai tutto il mio team l’ha fatto suo. Evviva, evviva, niente più scudisciate in ufficio! 😉