1. L’azienda è attiva nel mercato dal 2014 e tende al miglioramento continuo.
2. Siamo un’azienda giovane e dinamica.
3. Hai presente le aziende che dicono di essere giovani e dinamiche? Bene, noi non te lo diremo. E non perché non lo siamo, ma perché preferiamo dirti cose più concrete. Per esempio, ti diremo che siamo nati nel 2014, ma che l’età non fa il talento; ti diremo che ci piace crescere, ma non amiamo bruciare le tappe.
4. Mentre le radio passavano Bailando di Enrique Iglesias, noi passavamo in rassegna i servizi da proporti. Non è stato facile farlo senza ballare, ma ci siamo riusciti. Era il 2014. Da allora non ascoltiamo più Iglesias (lo sentimos, Enrique…), ma continuiamo ad ascoltare i nostri clienti.
Questi quattro short copy parlano della stessa azienda, ma lo fanno in modo del tutto diverso.
Il primo è asciutto e distaccato (l’azienda parla di sé in terza persona) e le parole usate sono fredde, del tutto avulse da contesti colloquiali (es. “tende al miglioramento continuo” VS “fa di tutto per migliorare processi e prodotti”).
Il secondo è ancora più asciutto, ma passa per cliché e forme vuote e astratte (es. “Dinamica”).
Il terzo è più lungo e conversazionale. Attacca con una domanda che dà il via a un dialogo col potenziale cliente; è onesto, sincero, concreto.
Il quarto e ultimo, infine, ha un piglio ironico. L’azienda racconta della sua nascita facendo leva su un “evento pop”, porta il lettore all’interno di una micro storia, aggiunge un’incursione ironica (“lo sentimos, Enrique”). Non dice che è giovane, ma dal linguaggio che usa, dalla freschezza del copy e dall’esempio che porta lo si deduce. Seppur con ironia, parla dei suoi valori e li veicola in modo creativo.
Il giusto tono di voce per differenziarsi
Quante aziende si descrivono come realtà “giovani e dinamiche”? Te lo dico io: Circa 139 mila.
Quante offrono “servizi a 360°”? 233 mila.
Quante hanno “prodotti e servizi flessibili”? Siamo sulle 35 mila.
Ma quante aziende parlano usando forme piene e concrete (Crescita che passa dall’ascolto del cliente VS Dinamismo)? Quante raccontano della loro nascita usando un aneddoto (anche se inventato)?
Il tone of voice aiuta le aziende ad avere una personalità, a distinguersi dai concorrenti e ad avvicinarsi sempre di più alle persone. Un tono di voce personale, unico, studiato per l’azienda a partire dai suoi valori è un valore. Perdona il gioco di parole.
Se un testo che recita “siamo un’azienda giovane e dinamica” può essere preso, copiato e appiccicato in ennemila siti, un testo che dice “siamo nati nell’anno in cui in radio passavano Bailando”, no. Un testo così non va bene per tutti. Ed è giusto sia così! Un testo deve andar bene solo per quell’azienda che lo farà suo e che ha una personalità tale da poter parlare di Iglesias senza sentirsi in imbarazzo. Un tono di voce rende l’azienda unica e riconoscibile a tal punto che non sarà più una tra tante: avrà il suo nome e la sua personalità, proprio come fosse un individuo (e non un’entità astratta e lontana anni luce dalle persone con cui comunica).
Lush è Lush. Il suo tono di voce (ne ho parlato qui) io lo riuscirei a riconoscere tra mille. Medium è Medium. Come parla Medium nell’App store in pochi sono capaci di farlo. E Pennamontata? Be’, spero che anche la mia agenzia sia da esempio in tal senso. Da anni – dovrei dire da sempre – sto lavorando sul ToV di Pennamontata e ormai tutto il mio team l’ha fatto suo. Evviva, evviva, niente più scudisciate in ufficio! 😉